Una sana e corretta alimentazione è alla base di un percorso volto alla tutela della salute e rappresenta una delle principali forme prevenzione primaria atta scongiurare l’insorgenza di condizioni patologiche.
L’educazione alimentare è oggi oggetto di innumerevoli discussioni, perlopiù inattendibili scientificamente, e risulta pertanto ricca di disinformazione e falsi miti che contribuiscono ad incentivare una repulsione verso il cibo e/o verso specifici gruppi alimentari
Alimentarsi non rappresenta unicamente l’espressione del bisogno di nutrirsi, ma anche il risultato di determinanti psicologiche, sociali e culturali che insieme concorrono a formare l’atteggiamento alimentare di ciascuno.
Per questo un’alimentazione corretta non deve solo rispettare le necessità qualitative e quantitative dell’organismo, ma ha bisogno di armonizzarsi con la sfera psicologica, sociale e relazionale della persona.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e la FAO definiscono l’Educazione Alimentare “(…) il processo informativo ed educativo per mezzo del quale si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui, attraverso la promozione di adeguate abitudini alimentari
Per cui l’obiettivo dell’EDUCAZIONE ALIMENTARE è:
- Modificare lo stile di vita del paziente in modo pratico, facilmente intuibile e accessibile (organizzazione del menu settimanale, etichettatura degli alimenti, una spesa giusta etc.)
- Incentivare il consumo di frutta, verdura e variabilità di cereali
- Ridurre il consumo di carni grasse, prodotti industrializzati e ricchi di zuccheri o di sale
- Proporre idee su come combinare gli alimenti in modo da non rendere la dieta monotona.
- Trattare argomenti finalizzati a determinati aspetti specifici riferiti al paziente in particolare.